(Vincitore della XLIII edizione del Premio Scanno per Antropologia Culturale e Tradizioni Popolari)

Medaglione

Professore Associato di discipline demoetnoantropologiche presso il Dipartimento di Scienze Sociali dell'Università degli Studi di Napoli Federico II.

Dal 18 gennaio 2005 al 15 ottobre 2015 ricercatore nel medesimo settore disciplinare presso il Dipartimento di Sociologia dell'Università “Federico II”.

Dal 2002 svolge attività didattica nell'ambito delle discipline demoentoantropologiche, ricoprendo specificatamente insegnamenti di metodologia e storia della ricerca demoetnoantropologica, di antropologia visuale e della comunicazione, di storia delle tradizioni popolari, di antropologia economica, del territorio e dello sviluppo locale. 

Menzione

Visto lo spessore dell’opera la Giuria decide all’unanimità di assegnare il XLIII Premio Scanno alla Carriera – sezione Antropologia e Tradizioni Popolari al Prof. Enzo Vinicio Alliegro per la curatela, l’introduzione e l’apparato critico dell’opera di Franz Boas Diari e Lettere (1883-1884) Fra gli Inuit dell’isola di Baffin.

Enzo Vinicio Alliegro affronta con grande coraggio scientifico i diari e le lettere scambiate in un biennio decisivo con gli altri studiosi da un antropologo che può dirsi senza dubbio il Padre dell’antropologia moderna: Franz Boas.

Nell’introduzione all’edizione italiana Alliegro affronta il problema storiografico della notissima spedizione artica di Franz Boas tra gli Inuit e lo fa sulla scorta della conoscenza dell’amplissima bibliografia addensatasi dai primi del ‘900 su questo Autore.

L’attenzione critica di Alliegro si volge anche all’esame del rapporto dell’uomo – scienziato Boas con l’ambiente circostante, visto “ non come il risultato di un rapporto asettico”, ma “piuttosto l’esito di una relazione con variabili esterne di diverso ordine e grado opportunamente culturalizzate”. Alliegro si impegna, pertanto, a individuare il “difficile compito” che si presentò a Boas di “superamento dei limiti culturali imposti al proprio sistema percettivo e sensoriale”.

Nota lo studioso italiano “ lo stare sul campo significò per Boas inoltre la possibilità di sperimentare molto da vicino la pratica radicale del mancato controllo del proprio corpo, la morte. In molti casi il giovane annotò […] episodi di reale pericolo generati da incidenti molto seri, come la caduta nell’acqua gelida, la perdita dei cani nel corso di una tormenta di neve, lo sprofondare in un crepaccio della slitta con i viveri, ecc.. Tuttavia, l’elemento più sconvolgente con cui egli dovette certamente confrontarsi fu quello della perdita della vita. Infatti, le pagine del diario sono dense di notizie di decessi di donne e bambini colpiti da polmonite/difterite e delle relative scene di cordoglio. La ricerca boasiana, dunque, fu certamente molto densa sul piano emotivo e, se la realtà ambientale e culturale di Baffin non si pose come spartiacque scientifico, certamente dovette avere importanti effetti sul fronte prettamente umano, ponendo il futuro antropologo innanzi a momenti tragici dell’esistenza che accomunano le diverse culture”.

L’introduzione inoltre testimonia la completa padronanza che Alliegro mostra di avere della biografia scientifica di tutti gli studiosi con i quali Boas entrò via via in contatto.

Molte altre sollecitazioni critiche di questa introduzione potrebbero essere qui ricordate ma quanto sin qui sottolineato è sufficiente per motivare il conferimento all’unanimità ad Enzo Vinicio Alliegro per l’edizione italiana di Franz Boas Diari e Lettere (1883-1884) Fra gli Inuit dell’isola di Baffin, che costituisce un notevole contributo alla storia del pensiero antropologico e al suo travagliato itinerario nel settore delle scienze umane.